Che cos’è l’insufficienza venosa cronica

gambe

Chi soffre di insufficienza venosa cronica ha un problema a livello delle gambe: vediamo in che cosa consiste questo disturbo e perché si manifesta. Ne parliamo con i dottori della Farmacia Pelizzo una delle migliori farmacie di turno di Udine.

L’insufficienza venosa cronica consiste in una permanente alterazione della circolazione venosa delle gambe. Essa dipende in modo particolare da difetti delle valvole di chiusura delle vene o delle pareti venose, a causa dei quali il sangue ristagna a livello periferico mentre diminuisce il ritorno venoso in direzione del cuore. Le pompe venose periferiche, indicate anche con il nome di cuore periferico, sono formate da specifici sistemi fisiologici e meccanismi che garantiscono il ritorno del sangue venoso dalle gambe al cuore. Infatti, se il sangue delle vene deve andare al cuore risalendo dalla periferia lo deve fare contro la forza di gravità: proprio per questo motivo occorrono meccanismi che prevedano da un lato la contrazione dei muscoli degli arti inferiori e dall’altro lato l’azione delle valvole situate nelle pareti dei vasi venosi. Nel novero dei fattori di rischio ci sono abitudini sbagliate come il consumo eccessivo di alcolici e il fumo, malattie metaboliche come il diabete, condizioni come il sovrappeso e terapie farmacologiche come quella legata alla pillola anticoncezionale, che nel corso del tempo può favorire un aumento della fragilità capillare.

Perché il sangue ristagna nelle vene

Si manifesta l’insufficienza venosa cronica nel momento in cui il drenaggio del flusso venoso verso il cuore non avviene in maniera corretta. Di conseguenza il sangue ristagna nelle vene, e il processo di ritorno del sangue si interrompe, con modalità differenti a seconda dei casi. In condizioni di normalità, ciascuna contrazione del muscolo determina una spinta del sangue all’interno dei vasi venosi profondi, mentre il flusso di sangue viene chiuso nei tratti intermedi per effetto dell’attivazione delle valvole delle pareti dei vasi: così il sangue non può ritornare in basso e con una contrazione muscolare nuova viene spinto verso l’alto. L’insufficienza venosa cronica può essere primaria (o primitiva) se sono coinvolte le vene del circolo superficiale o secondaria (o profonda) se sono coinvolte le vene del circolo profondo.

L’insufficienza venosa cronica primaria

La forma che viene riscontrata più di frequente è l’insufficienza venosa cronica primaria, che può colpire sia le donne che gli uomini. Alla base di questo disturbo c’è, fra l’altro, una riduzione del tono e del livello di elasticità dei vasi venosi. La riduzione di elastina e l’incremento di collagene fanno sì che le vene risultino meno distendibili e più rigide; in altre parole diminuisce la loro capacità di recuperare il diametro normale dopo il passaggio del sangue che comporta la loro dilatazione. A volte il problema può essere provocato da vasi già deboli che sono sottoposti a un drenaggio anomalo, per effetto del quale la pressione del sangue aumenta; aumenta, così, anche la dilatazione dei vasi, e ne derivano alterazioni morfologiche come le vene varicose.

Il microcircolo

Anche il microcircolo può essere coinvolto dal ristagno venoso superficiale. Succede che la rete di capillari risulta più evidente, mentre l’edema si sviluppa in corrispondenza delle caviglie. Ne deriva un processo generalizzato di infiammazione che coinvolge il plesso circolatorio superficiale, determinato dalle anomalie degli interscambi capillari.

L’insufficienza venosa cronica secondaria

Molto più rara, l’insufficienza venosa cronica secondaria è anche più grave: consiste, infatti, in una trombosi venosa profonda che è dovuta alla presenza di coaguli di sangue – i trombi, appunto – nei vasi venosi profondi. I trombi possono causare il blocco del lume del vaso, totale o parziale, e la sua rottura. Le cause dell’insufficienza venosa cronica secondaria sono da individuare in alterazioni dei vasi venosi profondi, stati di ipercoagulabilità o alterazioni del flusso del sangue.